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Dall'esperienza fatta e col senno di poi, non ho nessuna pretesa di dare insegnamento sul da farsi, solamente raccontare le soluzioni che abbiamo adottato e quelle che avremmo dovuto adottare, sperando che tuttociò sia d'aiuto a chi è in procinto di fare tale acquisto. Premetto che avevamo poca esperienza in materia, nel senso che non abbiamo avuto modo di vedere svariate soluzioni di cucine per persone disabili. Tant'è vero che quando è arrivato il momento di acquistarne una, abbiamo dovuto cimentarci spremendo le meningi cercando di raggruppare il più possibile le idee sulle soluzioni ottimali possibili anche se alla fine ci si accorge che qualcosa di differente si poteva fare. Essendoci remote soluzioni in commercio messe a disposizione da un noto brand (che se non è l'unico in Italia, ce ne sono pochi) quando ci siamo recati presso il mobilificio prescelto per l'acquisto, abbiamo dovuto dare delle indicazioni su come determinati particolari avrebbero dovuto essere, oltre a riceverne altre da quest'ultimo. Le soluzioni adottate sono state dettate dalla conformazione della stanza che avendo due porte, una per parete ed una finestra, avevamo a disposizione una sola parete intera.
 
Cucina1In un primo momento si era pensato oltre ai consigli ricevuti, ad una dispensa a due ante e nell'unica parete libera da porte e finestra, al rimanente della cucina con frigorifero, lavastoviglie e forno. Due pensili fissi (senza possibilità di modificarne la posizione in altezza tramite meccanismo comandato elettricamente disponibile in commercio) da 45 e 60 cm di lunghezza (come da disegno succitati). Alla fine invece si è optato per un'altra soluzione, quella riportata a tergo. Dispensa su una parete formata da quattro colonne componibili di cui nella prima c'è il frigorifero, nella seconda e terza cassettone, cassetti ed anta. Nella quarta ed ultima in basso c'è un cassettone, forno con apertura a libro ed anta apertura vasistas.
 
CucinaCome dicevo all'inizio di questo articolo, col senno di poi tante cose si sarebbero potute fare diversamente e farne di altre che non sono presenti. Per esempio, sotto al top dove sono situati lavello e fornelli c'era stato messo un unico pannello puramente estetico. Poi per la poca praticita ad accedere al sottolavello tramite un'apertura rettangolare e relativo coperchio, abbiamo fatto rifare tutta la parte della cucina sotto al top ed in questo modo abbiamo recuperato dello spazio per una profondità di circa una ventina di centimetri utile nel caso nostro a ricavare due antine per accedere comodamente al sottolavello, una antina per accedere al gasatore per l'acqua da bere ed altre due dove abbiamo ricavato due ripiani per il pentolame. Con le pedane della carrozzina anche quando siamo ai fornelli non ci sono problemi con la profondità rimanente.
C'è da dire che le disposizioni non vanno bene per tutte le tipologie di disabilità. Credo che la cucina per noi disabili non possa essere uno standard ma una personalizzazione curata su misura e soprattutto sulle specifiche esigenze del singolo fuitore. Ad esempio, nelle poche occasioni che abbiamo avuto di vedere delle cucine sia in fiera che su qualche sito web, la parte sotto al top (come da foto quì sopra) non veniva mai utilizzata, lasciata sempre libera al massimo coperta da una tenda. Invece tale soluzione è da prendere in considerazione. L'altezza del top o piano della cucina, dal pavimento è di 73 cm. (mi riferisco sempre alla nostra cucina), mentre la profondità dal muro è di 61 cm. Diciamo che sebbene in casa siamo solamente in due persone, per certi versi a volte, per avere tutto in ordine perfettamente ci sarebbe voluto qualche componente in più. Nel nostro caso avere avuto i pensili elettrificati che si abbassano ad altezza voluta ma di grandezza standard, credo che sarebbero stati inutili in quanto mia moglie essendo bassa di busto sicuramente avrebbe fatto fatica per sporgersi e soprattutto per quei ripiani di una certa altezza. Un accorgimento invece che prenderei in considerazione se dovessimo rifare la dispensa, è far mettere i ripiani estraibili con delle guida come se fossero dei cassetti, per poter accedere meglio agli alimentari riposti e non doverli mettere tutti davanti oppure doverli prendere facendo i salti mortali! Il forno con apertura a libro come se fosse un qualsiasi mobile, lo consiglio vivamente. Credo che un sistema migliore di questo che ho visto in qualche fiera ed in Internet è la porta a scomparsa sotto il forno. Avendo fatto montare tre pensili in un secondo tempo (2 larghezza 45 cm., 1 larghezza 60 cm., tutti di profondità 34 cm. e di altezza 36 cm., distanti dal top 39 cm.) , che non ci erano stati consigliati da subito perchè secondo il venditore lo spazio che avevamo sarebbe stato sufficiente..., non abbiamo l'illuminazione a parte quella della cappa per il piano di lavoro sulla cucina. Altro neo mancante... Per quanto riguarda il tavolo, non è il caso nostro visto che non ne abbiamo bisogno, ho comunque avuto modo di vedere dei tavoli con applicate delle piccole ruote con la possibilità di bloccarle per poterlo spostare in modo più agevole.
 
Cucina2In conclusione se dovessimo per esempio riacquistare la cucina, con la conformazione della stanza com'è, vale a dire con una sola parete libera da porte e finestre, la rifarei così com'è eccetto le modifiche che ho descritto, considererei dopo aver valutato bene le distanze dal mobile, un altro pensile e se proprio si volesse esagerare per sistemare meglio le pentole ed avere altro spazio per eventuali altri accessori, un'altra dispensa a due colonne. Accetto volentieri delle idee o consigli inerenti, potete pure usare lo spazio dei commenti a tergo.