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    MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
    Comitato Interministeriale dei Diritti Umani

     


       La Convenzione delle Nazioni Unite
    sui diritti delle persone con disabilità

     

    Firmata a New York il 30 marzo 2007




    CONVENZIONE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

     

    Preambolo

     


    Gli Stati Parti alla presente Convenzione,

    (a)    Richiamando i principi proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite che riconoscono la dignità ed il valore connaturati a tutti i membri della famiglia umana ed i diritti uguali e inalienabili come fondamento di libertà, giustizia e pace nel mondo,

    (b)    Riconoscendo che le Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nei Patti internazionali sui diritti umani, hanno proclamato e convenuto che ciascun individuo è titolare di tutti i diritti e delle libertà ivi indicate, senza alcuna distinzione,

    (c)    Riaffermando l’universalità, l’indivisibilità, l’interdipendenza e interrelazione di tutti i diritti umani e libertà fondamentali e la necessità  di garantirne il pieno godimento da parte delle persone con disabilità senza discriminazioni,

    (d)    Richiamando il Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, il Patto internazionale sui diritti civili e politici, la Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, la Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, la Convenzione sui diritti del fanciullo e la Convenzione internazionale per la tutela dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie,

    (e)    Riconoscendo che la disabilità è un concetto in evoluzione e che la disabilità è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri,

    (f)    Riconoscendo l’importanza dei principi e delle linee guida contenute nel Programma mondiale di azione riguardante le persone con disabilità e nelle Regole standard sulle pari opportunità delle persone con disabilità e la loro influenza sulla promozione, formulazione e valutazione delle politiche, dei piani, dei programmi e delle azioni a livello nazionale, regionale ed internazionale al fine di perseguire pari opportunità per le persone con disabilità,

    (g)    Sottolineando l’importanza di integrare i temi della disabilità  nelle pertinenti strategie relative allo sviluppo sostenibile,

    (h)    Riconoscendo altresì che la discriminazione contro qualsiasi persona sulla base della disabilità costituisce una violazione della dignità e del valore connaturati alla  persona umana,

    (i)    Riconoscendo inoltre la diversità delle persone con disabilità,

    (j)    Riconoscendo la necessità di promuovere e proteggere i diritti umani di tutte le persone con disabilità, incluse quelle che richiedono un maggiore sostegno,

    (k)    Preoccupati per il  fatto che, nonostante questi vari strumenti ed impegni, le persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione alla società come membri eguali della stessa, e ad essere oggetto di violazioni dei loro diritti umani in ogni parte del mondo,

    (l)    Riconoscendo l’importanza della cooperazione internazionale per il miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità in ogni paese, in particolare nei paesi in via di sviluppo,

    (m)    Riconoscendo gli utili contributi, esistenti e potenziali, delle persone con disabilità in favore del benessere generale e della diversità delle loro comunità, e che la promozione del pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali e della piena partecipazione nella società da parte delle persone con disabilità accrescerà  il senso di appartenenza ed apporterà significativi progressi nello sviluppo umano, sociale ed economico della società e nello sradicamento della povertà,

    (n)    Riconoscendo l’importanza per le persone con disabilità della loro autonomia ed indipendenza individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte,

    (o)    Considerando che le persone con disabilità dovrebbero avere l’opportunità di essere coinvolte attivamente nei processi decisionali relativi alle politiche e ai programmi, inclusi quelli che li riguardano direttamente,

    (p)     Preoccupati delle difficili condizioni affrontate dalle persone con disabilità, che sono soggette a molteplici o più gravi forme di discriminazione sulla base della razza, colore della pelle, sesso, lingua, religione, opinioni politiche o di altra natura, origine nazionale, etnica, indigena o sociale, patrimonio, nascita, età o altra condizione,

    (q)    Riconoscendo che le donne e le minori con disabilità corrono spesso maggiori rischi nell’ambiente domestico ed all’esterno, di violenze, lesioni e abusi, di abbandono o mancanza di cure, maltrattamento e sfruttamento,

    (r)    Riconoscendo che i minori con disabilità dovrebbero poter godere pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali su base di uguaglianza rispetto agli altri minori, e richiamando gli obblighi assunti a tal fine dagli Stati Parti  alla Convenzione sui diritti del fanciullo,

    (s)    Sottolineando la necessità di incorporare la prospettiva di genere in tutti gli sforzi tesi a promuovere il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità,

    (t)    Riaffermando che la maggior parte delle persone con disabilità vive in condizioni di povertà, e riconoscendo a questo proposito la fondamentale necessità di affrontare l’impatto negativo della povertà sulle persone con disabilità,

    (u)    Consapevoli che le condizioni di pace e sicurezza basate sul pieno rispetto degli scopi e dei principi contenuti nello Statuto delle Nazioni Unite e che l’osservanza degli strumenti applicabili in materia di diritti umani sono indispensabili per la piena protezione delle persone con disabilità, in particolare durante i conflitti armati e le occupazioni straniere,

    (v)    Riconoscendo l’importanza dell’accessibilità alle strutture fisiche, sociali, economiche e culturali, alla salute, all’istruzione, all’informazione e alla comunicazione, per consentire alle persone con disabilità di godere pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali,

    (w)    Consapevoli che ogni individuo, in ragione dei propri obblighi nei confronti degli altri individui e della comunità di appartenenza, ha una responsabilità propria per la promozione e l’osservanza dei diritti riconosciuti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dai Patti internazionali sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali,
    ]
    (x)     Convinti che la famiglia sia il nucleo naturale e fondamentale della società e che abbia diritto alla protezione da parte della società e dello Stato, e che le persone con disabilità ed i membri delle loro famiglie debbano ricevere la protezione ed assistenza necessarie a permettere alle famiglie di contribuire al pieno ed uguale godimento dei diritti delle persone con disabilità,

    (y)    Convinti che una convenzione internazionale globale ed integrata per la promozione e la protezione dei diritti e della dignità delle persone con disabilità potrà contribuire in modo significativo a riequilibrare i profondi svantaggi sociali delle persone con disabilità e a promuovere la loro partecipazione nella sfera civile, politica, economica, sociale e culturale, con pari opportunità, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo,

        
    Convengono quanto segue:


    Articolo 1
    Scopo

    1. Scopo della presente Convenzione è promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità.

    2. Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare  la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.

    Articolo 2
    Definizioni

    Ai fini della presente Convenzione:

    per “comunicazione” si intendono le lingue, la visualizzazione di testi, il Braille, la comunicazione tattile, la stampa a grandi caratteri, i supporti multimediali accessibili nonché i sistemi, gli strumenti ed i formati di comunicazione migliorativa ed alternativa scritta, sonora, semplificata, con ausilio di lettori umani, comprese le tecnologie dell’informazione e della comunicazione accessibili;

    per “linguaggio” si intendono le lingue parlate e la lingua dei segni, come pure altre forme di espressione non verbale;

    per “discriminazione fondata sulla disabilità” si intende qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo. Essa include ogni forma di discriminazione, compreso il rifiuto di un accomodamento ragionevole;

     per “accomodamento ragionevole” si intendono le modifiche e gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo adottati, ove ve ne sia necessità in casi particolari, per garantire alle persone con disabilità  il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali;

    per “progettazione universale” si intende la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. La “progettazione universale” non esclude dispositivi di sostegno per particolari gruppi di persone con disabilità ove siano necessari.

    Articolo 3
    Principi generali

    I principi della presente Convenzione sono:

    (a)    il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone;
        
    (b)    la non discriminazione;
        
    (c)    la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella  società;
        
    (d)    il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa;
        
    (e)    la parità di opportunità;
        
    (f)    l’accessibilità;
        
    (g)    la parità tra uomini e donne;

    (h)    il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità.

    Articolo 4
    Obblighi generali

    1.    Gli Stati Parti si impegnano a garantire e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo sulla base della disabilità. A tal fine, gli Stati Parti si impegnano:

    (a)    ad adottare tutte le misure legislative, amministrative e di altra natura adeguate ad attuare i diritti riconosciuti nella presente Convenzione;  

     (b)     ad adottare tutte le misure, incluse quelle legislative, idonee  a modificare o ad abrogare qualsiasi legge, regolamento, consuetudine e pratica vigente che costituisca una discriminazione nei confronti di persone con disabilità;

    (c)     a tener conto della protezione e della promozione dei diritti umani delle persone con disabilità in tutte le politiche e in tutti i programmi;

    (d)    ad astenersi dall’intraprendere ogni atto o pratica che sia in contrasto con la presente Convenzione ed a garantire che le autorità pubbliche e le istituzioni agiscano in conformità con la presente Convenzione;

    (e)     ad adottare tutte le misure  adeguate ad eliminare la discriminazione sulla base della disabilità da parte di qualsiasi persona, organizzazione o impresa privata;

    (f)    ad intraprendere o promuovere la ricerca e lo sviluppo di beni, servizi, apparecchiature e attrezzature progettati universalmente, secondo la definizione di cui all’articolo 2 della presente Convenzione, che dovrebbero richiedere il minimo adattamento possibile ed il costo più contenuto possibile per venire incontro alle esigenze specifiche delle persone con disabilità, promuoverne la disponibilità ed uso, ed incoraggiare la progettazione universale nell’elaborazione di norme e linee guida;

              (g)  ad intraprendere o promuovere la ricerca e lo sviluppo, ed a promuovere la disponibilità e l’uso di nuove tecnologie, incluse tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ausilii alla mobilità, dispositivi e tecnologie di sostegno, adatti alle persone con disabilità, dando priorità alle tecnologie dai costi più  accessibili;

    (h)    a fornire alle persone con disabilità informazioni accessibili in merito ad ausilii alla mobilità, dispositivi e tecnologie di sostegno, comprese le nuove tecnologie, così come altre forme di assistenza, servizi di supporto ed attrezzature;

    (i)    a promuovere la formazione di professionisti e di personale che lavora con persone con disabilità sui diritti riconosciuti nella presente Convenzione, così da  fornire una migliore assistenza e migliori servizi garantiti da questi stessi diritti.

    2.     Con riferimento ai diritti economici, sociali e culturali, ogni Stato Parte si impegna a prendere misure, sino al massimo delle risorse di cui dispone e, ove necessario, nel quadro della cooperazione internazionale, al fine di conseguire progressivamente la piena realizzazione di tali diritti, senza pregiudizio per gli obblighi contenuti nella presente Convenzione che siano immediatamente applicabili in conformità al diritto internazionale.

    3.    Nell’elaborazione e nell’attuazione della legislazione e delle politiche da adottare per attuare la presente Convenzione, così come negli altri processi decisionali relativi a questioni concernenti le persone con disabilità, gli Stati Parti operano in stretta consultazione e coinvolgono attivamente le persone con disabilità, compresi i minori con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative.

    4.     Nessuna disposizione della presente Convenzione può pregiudicare provvedimenti più favorevoli per la realizzazione dei diritti delle persone con disabilità, contenuti nella legislazione di uno Stato Parte o nella legislazione internazionale in vigore per quello Stato. Non sono ammesse restrizioni o deroghe ai diritti umani ed alle libertà fondamentali riconosciuti o esistenti in ogni Stato Parte alla presente Convenzione in virtù di leggi, convenzioni, regolamenti o consuetudini, con il pretesto che la presente Convenzione non riconosca tali diritti o libertà o che li riconosca in minor misura.

    5.    Le disposizioni della presente Convenzione si estendono a tutte le unità costitutive degli Stati federali senza limitazione ed eccezione alcuna.

    Articolo 5
    Uguaglianza e non discriminazione

    1.    Gli Stati Parti riconoscono che tutte le persone sono uguali dinanzi alla  legge ed hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a uguale protezione e uguale beneficio dalla legge.

    2.    Gli Stati Parti devono vietare ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità e garantire alle persone con disabilità uguale ed effettiva protezione giuridica contro ogni discriminazione qualunque ne sia il fondamento.

    3.    Al fine di promuovere l’uguaglianza ed eliminare le discriminazionie, gli Stati Parti adottano tutti i provvedimenti appropriati, per garantire che siano forniti accomodamenti ragionevoli.

    4.    Le misure specifiche che sono necessarie ad accelerare o conseguire de facto l’uguaglianza delle persone con disabilità non costituiscono una discriminazione ai sensi della presente Convenzione.

    Articolo 6
    Donne con disabilità

    1.    Gli Stati Parti riconoscono che le donne e le minori con disabilità sono soggette a discriminazioni multiple e, a questo riguardo, adottano misure per garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle donne e delle minori con disabilità.

    2.    Gli Stati Parti adottano ogni misura idonea ad assicurare il pieno sviluppo, progresso ed emancipazione delle donne, allo scopo di garantire loro l’esercizio ed il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali enunciati nella presente Convenzione.

    Articolo 7
    Minori con disabilità

    1.    Gli Stati Parti adottano ogni misura necessaria a garantire il pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte dei minori con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri minori.

    2.    In tutte le azioni concernenti i minori con disabilità, il superiore interesse del minore costituisce la considerazione preminente.

    3.    Gli Stati Parti garantiscono ai minori con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri minori,  il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni su tutte le questioni che li riguardano e le loro opinioni sono debitamente prese in considerazione, tenendo conto della loro età e  grado di maturità, assicurando che sia fornita adeguata assistenza in relazione alla disabilità e all’età, allo scopo di realizzare tale diritto.

    Articolo 8
    Accrescimento della consapevolezza

    1.    Gli Stati Parti si impegnano ad adottare misure immediate,  efficaci ed adeguate allo scopo di:

     (a)    sensibilizzare la società nel suo insieme, anche a livello familiare, sulla situazione delle persone con disabilità e accrescere il rispetto per i diritti e la dignità delle persone con disabilità;

    (b)    combattere gli stereotipi, i pregiudizi e le pratiche dannose concernenti le persone con disabilità, compresi quelli fondati sul sesso e l’età, in tutti gli ambiti;

    (c)    promuovere la consapevolezza delle capacità e i contributi delle persone con disabilità.

    2.    Nell’ambito delle misure che adottano a tal fine, gli Stati Parti:

    (a)    avviano e conducono efficaci campagne di sensibilizzazione del pubblico al fine di:

    (i)    favorire un atteggiamento recettivo verso i diritti delle persone con disabilità;
    (ii)    promuovere una percezione positiva ed una maggiore consapevolezza sociale nei confronti delle persone con disabilità;
    (iii)    promuovere il riconoscimento delle capacità, dei meriti e delle attitudini delle persone con disabilità, del loro contributo nell’ambiente lavorativo e sul mercato del lavoro;

    (b)    promuovere a tutti i livelli del sistema educativo, includendo specialmente tutti i minori, sin dalla più tenera età, un atteggiamento di rispetto per i diritti delle persone con disabilità;

    (c)    incoraggiare tutti i mezzi di comunicazione a rappresentare le persone con disabilità in modo conforme agli obiettivi della presente Convenzione;

    (d)    promuovere programmi di formazione per accrescere la consapevolezza riguardo alle persone con disabilità e ai diritti delle persone con disabilità.

    Articolo 9
    Accessibilità

    1.    Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati Parti  adottano misure  adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Queste misure, che includono l’identificazione e l’eliminazione di ostacoli e barriere all’accessibilità, si applicano, tra l’altro, a:

    (a)    edifici, viabilità, trasporti e altre strutture interne ed esterne, comprese scuole, alloggi, strutture sanitarie e luoghi di lavoro;
        
    (b)    ai servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi  informatici e quelli di emergenza.

    2.    Gli Stati Parti inoltre adottano misure  adeguate per:
        
    (a)    sviluppare ed emanare norme nazionali minime e linee guida per l’accessibilità alle strutture ed ai servizi aperti o forniti al pubblico e verificarne l’applicazione;

    (b)    garantire che gli organismi privati, che forniscono strutture e servizi aperti o forniti al pubblico, tengano conto di tutti gli aspetti dell’accessibilità per le persone con disabilità;

    (c)    fornire una formazione  relativa ai problemi di accesso con cui si confrontano le persone con disabilità a tutti gli interessati;

    (d)    dotare le strutture e gli edifici aperti al pubblico di segnaletica in caratteri Braille e in formati facilmente leggibili e comprensibili;

    (e)    mettere a disposizione forme di assistenza da parte di persone o animali e servizi di mediazione, incluse guide, lettori e interpreti professionisti esperti nella lingua dei segni, allo scopo di agevolare l’accessibilità a edifici ed altre strutture aperte al pubblico;
        
    (f)    promuovere altre forme idonee di assistenza e di sostegno a persone con disabilità per garantire il loro accesso all’informazione;
        
    (g)    promuovere l’accesso delle persone con disabilità alle nuove tecnologie ed ai sistemi di informazione e comunicazione, compreso internet;

    (h)    promuovere alle primissime fasi la progettazione, lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di tecnologie e sistemi di informazione e comunicazione, in modo che tali tecnologie e sistemi divengano accessibili al minor costo.

    Articolo 10
    Diritto alla vita

    Gli Stati Parti riaffermano che il diritto alla vita è connaturato alla persona umana ed  adottano tutte le misure necessarie a  garantire l’effettivo godimento di tale diritto da parte delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri.

    Articolo 11
    Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie

    Gli Stati Parti  adottano, in conformità agli obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e le norme internazionali sui diritti umani, tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le catastrofi naturali.

    Articolo 12
    Uguale riconoscimento dinanzi alla legge

    1.    Gli Stati Parti riaffermano che le persone con disabilità hanno il diritto al riconoscimento in ogni luogo della loro personalità giuridica.

    2.    Gli Stati Parti riconoscono che le persone con disabilità godono della capacità giuridica su base di uguaglianza con gli altri in tutti gli aspetti della vita.

    3.    Gli Stati Parti adottano misure adeguate per consentire l’accesso da parte delle persone con disabilità al sostegno di cui dovessero necessitare per esercitare la propria capacità giuridica.

    4.    Gli Stati Parti assicurano che tutte le misure relative all’esercizio della capacità  giuridica forniscano  adeguate ed efficaci  garanzie per prevenire abusi in conformità alle norme internazionali sui diritti umani. Tali garanzie devono assicurare che le misure relative all’esercizio della capacità giuridica rispettino i diritti, la volontà e le preferenze della persona, che siano scevre da ogni conflitto di interesse e da ogni influenza indebita, che siano proporzionate e adatte alle condizioni della persona, che siano applicate per il più breve tempo possibile e siano soggette a periodica revisione da parte di una autorità competente, indipendente ed imparziale o di un organo giudiziario. Queste garanzie devono essere proporzionate al grado in cui le suddette misure incidono sui diritti e sugli interessi delle persone.

    5.    Sulla base di quanto disposto nel presente articolo, gli Stati Parti  adottano tutte le misure  adeguate ed efficaci per garantire l’uguale diritto delle persone con disabilità alla proprietà o ad ereditarla, al controllo dei propri affari finanziari e ad avere pari accesso a prestiti bancari, mutui e altre forme di credito finanziario, e assicurano che le persone con disabilità non vengano arbitrariamente private della loro proprietà.


    Articolo 13
    Accesso alla giustizia

    1.    Gli Stati Parti garantiscono l’accesso effettivo alla giustizia per le persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, anche attraverso la previsione di idonei accomodamenti procedurali e accomodamenti in funzione dell’età, allo scopo di facilitare la loro partecipazione effettiva, diretta e indiretta, anche in qualità di testimoni, in tutte le fasi del procedimento giudiziario, inclusa la fase investigativa e le altre fasi preliminari.

    2.    Allo scopo di aiutare a garantire l’effettivo accesso delle persone con disabilità alla giustizia, gli Stati Parti promuovono una formazione  adeguata per coloro che operano nel campo dell’amministrazione della giustizia, comprese le forze di polizia ed il personale penitenziario.

    Articolo 14
    Libertà e sicurezza della persona

    1.    Gli Stati Parti garantiscono che le persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri:

    (a)    godano del diritto alla libertà e alla sicurezza personale;

    (b)    non siano private della loro libertà illegalmente o arbitrariamente,  che qualsiasi privazione della libertà sia conforme alla legge e che l’esistenza di una disabilità  non giustifichi in nessun caso una privazione della libertà.

    2.    gli Stati Parti assicurano che, nel caso in cui le persone con disabilità siano private della libertà a seguito di qualsiasi procedura, esse abbiano diritto su base di uguaglianza con gli altri, alle garanzie previste dalle norme internazionali sui diritti umani e siano trattate conformemente agli scopi ed ai principi della presente Convenzione, compreso quello di ricevere un accomodamento ragionevole.

    Articolo 15
    Diritto di non essere sottoposto a tortura, a pene o a trattamenti crudeli, inumani o degradanti

    1.    Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti  crudeli, inumani o degradanti. In particolare, nessuno può essere sottoposto, senza il proprio libero consenso, a sperimentazioni mediche o scientifiche.

    2.    Gli Stati Parti adottano tutte le misure legislative, amministrative, giudiziarie o di altra natura idonee ad impedire che persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, siano sottoposte a tortura, a pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

    Articolo 16
    Diritto di non essere sottoposto a sfruttamento, violenza e maltrattamenti

    1.    Gli Stati Parti adottano tutte le misure legislative, amministrative, sociali, educative e di altra natura adeguate a proteggere le persone con disabilità, all’interno e all’esterno della loro dimora, contro ogni forma di sfruttamento, di violenza e di abuso, compresi gli aspetti di genere.

    2.    Gli Stati Parti adottano altresì tutte le misure adeguate ad impedire ogni forma di sfruttamento, di violenza e di maltrattamento, assicurando, segnatamente alle persone con disabilità, alle loro famiglie ed a coloro che se ne prendono cura, appropriate forme di assistenza e sostegno adatte al genere ed all’età, anche mettendo a disposizione informazioni e servizi educativi sulle modalità per evitare, riconoscere e denunciare casi di sfruttamento, violenza e abuso. Gli Stati Parti assicurano che i servizi di protezione tengano conto dell’età, del genere e della disabilità.

    3.    Allo scopo di prevenire il verificarsi di ogni forma di sfruttamento, violenza e abuso, gli Stati Parti assicurano che tutte le strutture e i programmi destinati alle persone con disabilità siano effettivamente controllati da autorità indipendenti.

    4.    Gli Stati Parti adottano tutte le misure  adeguate per facilitare il recupero fisico, cognitivo e psicologico, la riabilitazione e la reintegrazione sociale delle persone con disabilità  vittime di qualsiasi forma di sfruttamento, violenza o maltrattamento, in particolare prevedendo servizi di protezione. Il recupero e la reintegrazione devono aver luogo in un ambiente che promuova la salute, il benessere, l’autostima, la dignità e l’autonomia della persona e che prenda in considerazione le esigenze specifiche legate al genere ed all’età.

    5.    Gli Stati Parti devono adottare una legislazione e delle politiche efficaci, ivi comprese una legislazione e delle politiche specifiche per le donne ed i minori, per garantire che i casi di sfruttamento, di violenza e di abuso contro persone con disabilità siano identificati, indagati e, ove del caso, perseguiti.

    Articolo 17
    Protezione dell’integrità della persona

    Ogni persona con disabilità ha diritto al rispetto della propria integrità fisica e mentale su base di uguaglianza con gli altri.

    Articolo 18
    Libertà di movimento e cittadinanza

    1.    Gli Stati Parti  riconoscono alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, il diritto alla libertà di movimento, alla libertà di scelta della propria residenza e il diritto alla cittadinanza, anche assicurando che le persone con disabilità:
        
    (a)    abbiano il diritto di acquisire e cambiare la cittadinanza e non siano privati della cittadinanza arbitrariamente o a causa della loro disabilità;

    (b)    non siano privati a causa della disabilità, della capacità di ottenere, detenere ed utilizzare la documentazione attinente alla loro cittadinanza o altra documentazione di identificazione, o di utilizzare le procedure pertinenti, quali le procedure di immigrazione, che si rendano necessarie per facilitare l’esercizio del diritto alla libertà di movimento;

    (c)    siano liberi di lasciare qualunque paese, incluso il proprio;

    (d)    non siano privati, arbitrariamente o a motivo della loro disabilità, del diritto di entrare nel proprio paese.

    2.    I minori con disabilità devono essere registrati immediatamente dopo la nascita e hanno diritto sin dalla nascita a un nome, al diritto di acquisire una cittadinanza, e, per quanto possibile, al diritto di conoscere i propri genitori e di essere da questi allevati.

    Articolo 19
    Vita indipendente ed inclusione nella società

    Gli Stati Parti alla presente Convenzione riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e adottano misure efficaci ed adeguate  al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società, anche assicurando che:

    (a)    le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione;

    (b)    le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e di inserirvisi e impedire che  siano isolate o vittime di segregazione;

    (c)    i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattate ai loro bisogni.

    Articolo 20
    Mobilità personale

    Gli Stati Parti adottano misure efficaci a garantire alle persone con disabilità la mobilità personale con la maggiore autonomia possibile, provvedendo in particolare a :

    (a)    facilitare la mobilità personale delle persone con disabilità nei modi e nei tempi da loro scelti ed a costi accessibili;

    (b)    agevolare l’accesso da parte delle persone con disabilità ad ausilii per la mobilità, apparati ed accessori, tecnologie di supporto, a forme di assistenza da parte di persone o animali e servizi di mediazione di qualità, in particolare rendendoli disponibili a costi accessibili;
        
    (c)    fornire alle persone con disabilità e al personale specializzato che lavora con esse una formazione sulle tecniche di mobilità;
        
    (d)    incoraggiare i produttori di ausilii alla mobilità, apparati e accessori e tecnologie di supporto a prendere in considerazione tutti gli aspetti della mobilità delle persone con disabilità.

    Articolo 21
    Libertà di espressione e opinione e accesso all’informazione

    Gli Stati Parti adottano tutte le misure adeguate  a garantire che le persone con disabilità possano esercitare il diritto alla libertà di espressione e di opinione, ivi compresa la libertà di richiedere, ricevere e comunicare informazioni e idee su base di uguaglianza con gli altri e attraverso ogni mezzo di comunicazione di loro scelta, come definito dall’articolo 2 della presente Convenzione, provvedendo in particolare a:

    (a)    mettere a disposizione delle persone con disabilità le informazioni destinate al grande pubblico in forme accessibili e mediante tecnologie adeguate ai differenti tipi di disabilità, tempestivamente e senza costi aggiuntivi;

    (b)    accettare e  facilitare nelle attività ufficiali il ricorso da parte delle persone con disabilità, alla lingua dei segni, al Braille, alle comunicazioni aumentative ed alternative e ad ogni altro mezzo, modalità e sistema accessibile di comunicazione di loro scelta;

    (c)    richiedere agli enti privati che offrono servizi al grande pubblico, anche attraverso internet, di fornire informazioni e servizi con sistemi accessibili e utilizzabili dalle persone con disabilità;

    (d)    incoraggiare i mass media, inclusi gli erogatori di informazione tramite internet, a rendere i loro servizi accessibili alle persone con disabilità;

    (e)    riconoscere e promuovere l’uso della lingua dei segni.

    Articolo 22
    Rispetto della vita privata

    1.    Nessuna persona con disabilità, indipendentemente dal luogo di residenza o dalla propria sistemazione, può essere soggetta ad interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, o in altri tipi di comunicazione, o a lesioni illegali al proprio onore o alla propria reputazione. Le persone con disabilità hanno il diritto di essere protette dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

    2.     Gli Stati Parti tutelano il carattere confidenziale delle informazioni personali, di quelle relative alla salute ed alla riabilitazione delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri.

    Articolo 23
    Rispetto del domicilio e della famiglia

    1. Gli Stati Parti adottano misure efficaci ed adeguate ad eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità in tutto ciò che attiene al matrimonio, alla famiglia, alla paternità e alle relazioni personali, su base di uguaglianza con gli altri, in modo da garantire che:

     (a) sia riconosciuto il diritto di ogni persona con disabilità, che sia in età per contrarre matrimonio, di sposarsi e fondare una famiglia sulla base del pieno e libero consenso dei contraenti;

     (b) sia riconosciuto il diritto delle persone con disabilità di decidere liberamente e responsabilmente riguardo al numero dei figli e all’intervallo tra le nascite  e di avere accesso in modo appropriato secondo l’età, alle informazioni in materia di procreazione e pianificazione familiare, e siano forniti i mezzi necessari ad esercitare tali diritti;

    (c) le persone con disabilità, inclusi i minori, conservino la loro fertilità su base di uguaglianza con gli altri.

    2.     Gli Stati Parti devono garantire i diritti e le responsabilità delle persone con disabilità in materia di tutela, di curatela, di custodia e di adozione di minori o di simili istituti, ove tali istituti siano previsti dalla legislazione nazionale; in ogni caso  l’interesse superiore del minore resta la considerazione preminente. Gli Stati Parti forniscono un aiuto appropriato alle persone con disabilità nell’esercizio delle loro responsabilità di genitori.

    3.     Gli Stati Parti devono garantire che i minori con disabilità abbiano pari diritti per quanto riguarda la vita in famiglia. Ai fini della realizzazione di tali diritti e per prevenire l’occultamento, l’abbandono, la mancanza di cure e la segregazione di minori con disabilità, gli Stati Parti si impegnano a fornire informazioni, servizi e sostegni tempestivi e completi ai minori con disabilità e alle loro famiglie.

    4.     Gli Stati Parti devono  garantire che un minore non sia separato dai propri genitori contro la sua volontà, a meno che le autorità competenti, soggette a verifica giurisdizionale, non decidano, conformemente alla legge e alle procedure applicabili, che tale separazione è necessaria nel superiore interesse del minore. In nessun caso un minore deve essere separato dai suoi genitori in ragione della propria disabilità o di quella di uno o di entrambi i genitori.

    5.    Gli Stati Parti si impegnano, qualora i familiari più stretti non siano in condizioni di prendersi cura di un minore con disabilità, a non tralasciare alcuno sforzo per assicurare una sistemazione alternativa all’interno della famiglia allargata e, ove ciò non sia possibile, all’interno della comunità in un contesto familiare.

    Articolo 24
    Educazione

    1.    Gli Stati Parti riconoscono il diritto all’istruzione delle persone con disabilità. Allo scopo di realizzare tale diritto senza discriminazioni e su base di pari opportunità, gli Stati Parti garantiscono un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento continuo lungo tutto l’arco della vita, finalizzati:
        
    (a)    al pieno sviluppo del potenziale umano, del senso di dignità e dell’autostima ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della diversità umana;
        
    (b)    allo sviluppo, da parte delle persone con disabilità, della propria personalità, dei talenti e della creatività, come pure delle proprie abilità fisiche e mentali, sino alle loro massime potenzialità;
        
    (c)    a porre le persone con disabilità in condizione di partecipare effettivamente a una società libera.

    2.    Nell’attuazione di tale diritto, gli Stati Parti devono assicurare che:
        
    (a)    le persone con disabilità non siano escluse dal sistema di istruzione generale in ragione della disabilità e che i minori con disabilità non siano esclusi in ragione della disabilità da una istruzione primaria gratuita libera ed obbligatoria o dall’istruzione secondaria;
        
     (b)     le persone con disabilità possano accedere su base di uguaglianza con gli altri, all’interno delle comunità in cui vivono, ad un’istruzione primaria, di qualità e libera ed all’istruzione secondaria;
        
     (c)     venga fornito un accomodamento ragionevole  in funzione dei bisogni di ciascuno;
        
     (d)     le persone con disabilità ricevano il sostegno necessario, all’interno del sistema educativo generale, al fine di agevolare la loro effettiva istruzione;

    (e)      siano fornite efficaci misure di sostegno personalizzato in ambienti che ottimizzino il progresso scolastico e la socializzazione, conformemente all’obiettivo della piena integrazione.
         
    3.    Gli Stati Parti offrono alle persone con disabilità la possibilità di acquisire le competenze pratiche e sociali necessarie in modo da facilitare la loro piena ed uguale partecipazione al sistema di istruzione ed alla vita della comunità. A questo scopo, gli Stati Parti adottano misure  adeguate, in particolare al fine di:
        
    (a) agevolare l’apprendimento del Braille, della scrittura alternativa, delle modalità, mezzi, forme e sistemi di comunicazione aumentativi ed alternativi, delle capacità di orientamento e di mobilità ed agevolare il sostegno tra pari ed attraverso un mentore;
        
    (b) agevolare l’apprendimento della lingua dei segni e la promozione dell’identità linguistica della comunità dei sordi;
        
    (c)      garantire che le persone cieche, sorde o sordocieche, ed in particolare i minori, ricevano un’istruzione impartita nei linguaggi, nelle modalità e con i mezzi di comunicazione più adeguati per ciascuno ed in ambienti che ottimizzino il progresso scolastico e la socializzazione.

    4.    Allo scopo di facilitare l’esercizio di tale diritto, gli Stati Parti adottano misure adeguate nell’impiegare insegnanti, ivi compresi insegnanti con disabilità, che siano qualificati nella lingua dei segni o nel Braille e per formare i dirigenti ed il personale che lavora a tutti i livelli del sistema educativo. Tale formazione dovrà includere la consapevolezza della disabilità e l’utilizzo di appropriate modalità, mezzi, forme e sistemi di comunicazione aumentativi ed alternativi, e di tecniche e materiali didattici adatti alle persone con disabilità.

    5.    Gli Stati Parti garantiscono che le persone con disabilità possano avere accesso all’istruzione secondaria superiore, alla formazione professionale, all’istruzione per adulti ed all’apprendimento continuo lungo tutto l’arco della vita senza discriminazioni e su base di uguaglianza con gli altri. A questo scopo, gli Stati Parti garantiscono che sia fornito alle persone con disabilità un accomodamento ragionevole.

    Articolo 25
    Salute

    Gli Stati Parti riconoscono che le persone con disabilità hanno il diritto di godere del migliore stato di salute possibile, senza discriminazioni fondate sulla disabilità. Gli Stati Parti adottano tutte le misure adeguate a garantire loro l’accesso a servizi sanitari che tengano conto delle specifiche differenze di genere, inclusi i servizi di riabilitazione. In particolare, gli Stati Parti  devono:
        
    (a)    fornire alle persone con disabilità servizi sanitari gratuiti o a costi accessibili, che coprano la stessa varietà e che siano della stessa qualità  dei servizi e programmi sanitari forniti alle altre persone, compresi i servizi sanitari nella sfera della salute sessuale e riproduttiva e i programmi di salute pubblica destinati alla popolazione;
        
    (b)    fornire alle persone con disabilità  i servizi sanitari di cui hanno necessità proprio in ragione delle loro disabilità, compresi i servizi di diagnosi precoce e di intervento d’urgenza, e i servizi destinati a ridurre al minimo ed a prevenire ulteriori disabilità, segnatamente tra i minori e gli anziani;
        
    (c)    fornire questi servizi sanitari alle persone con disabilità il più vicino possibile alle proprie comunità, comprese le aree rurali;
        
    (d)    richiedere agli specialisti sanitari di prestare alle persone con disabilità cure della medesima qualità di quelle fornite agli altri, in particolare ottenendo il consenso libero e informato della persona con disabilità coinvolta, accrescendo, tra l’altro, la conoscenza dei diritti umani, della dignità, dell’autonomia, e dei bisogni delle persone con disabilità attraverso la formazione e l’adozione di regole deontologiche nel campo della sanità pubblica e privata;
        
    (e)    vietare nel settore delle assicurazioni le discriminazioni a danno delle persone con disabilità, le quali devono poter ottenere, a condizioni eque e ragionevoli, un’assicurazione per malattia e, nei paesi nei quali sia consentito dalla legislazione nazionale, un’assicurazione sulla vita;
        
    (f)   prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità.

    Articolo 26
    Abilitazione e riabilitazione

    1.    Gli Stati Parti adottano misure efficaci e adeguate, in particolare facendo ricorso a forme di mutuo sostegno, al fine di permettere alle persone con disabilità di ottenere e conservare la massima autonomia, le piene facoltà fisiche, mentali, sociali e professionali, ed il pieno inserimento e partecipazione in tutti gli ambiti della vita. A questo scopo, gli Stati Parti organizzano, rafforzano e sviluppano servizi e programmi complessivi per l’abilitazione e la riabilitazione, in particolare nei settori della sanità, dell’occupazione, dell’istruzione e dei servizi sociali, in modo che questi servizi e programmi:

     (a)    abbiano inizio nelle fasi più precoci possibili e siano basati su una valutazione multidisciplinare dei bisogni e delle abilità di ciascuno;

    (b)    facilitino la partecipazione e l’integrazione nella comunità e in tutti gli aspetti della società, siano volontariamente posti a disposizione delle persone con disabilità nei luoghi più vicini possibili alle proprie comunità, comprese le aree rurali.

    2.    Gli Stati Parti promuovono lo sviluppo della formazione iniziale e permanente per i professionisti e per il personale che lavora nei servizi di abilitazione e riabilitazione.

    3.    Gli Stati Parti promuovono l’offerta, la conoscenza e l’utilizzo di tecnologie e strumenti di sostegno, progettati e realizzati per le persone con disabilità, che ne facilitino l’abilitazione e la riabilitazione.

    Articolo 27
    Lavoro e occupazione

    1.    Gli Stati Parti riconoscono il diritto al lavoro delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri; segnatamente il diritto di potersi  mantenere attraverso un lavoro liberamente scelto o accettato in un mercato del lavoro e in un ambiente lavorativo aperto, che favorisca l’inclusione e l’accessibilità alle persone con disabilità. Gli Stati Parti devono garantire e favorire l’esercizio del diritto al lavoro, anche a coloro i quali  hanno subito  una disabilità durante l’impiego, prendendo appropriate iniziative – anche attraverso misure legislative –  in particolare al fine di:
        
    (a)    vietare la discriminazione fondata sulla disabilità per tutto ciò che concerne il lavoro in ogni forma di occupazione, in particolare per quanto riguarda le condizioni di reclutamento, assunzione e impiego, la continuità dell’impiego, l’avanzamento di carriera e le condizioni di sicurezza e di igiene sul lavoro;

    (b)    proteggere il diritto delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, di beneficiare di condizioni lavorative eque e favorevoli, compresa la parità di opportunità e l’uguaglianza di remunerazione per un lavoro di pari valore, condizioni di lavoro sicure e salubri,  la protezione da molestie e le procedure di composizione delle controversie;

     (c)    garantire che le persone con disabilità siano in grado di esercitare i propri diritti di lavoratori e sindacali su base di uguaglianza con gli altri;
        
    (d)    consentire alle persone con disabilità di avere effettivo accesso ai programmi di orientamento tecnico e professionale, ai servizi per l’impiego e alla formazione professionale e continua;
        
    (e)    promuovere opportunità di impiego e l’avanzamento di carriera per le persone con disabilità nel mercato del lavoro, quali  l’assistenza nella ricerca, nell’ottenimento e nel mantenimento di un lavoro, e nella reintegrazione nello stesso;
        
    (f)    promuovere opportunità di lavoro autonomo, l’imprenditorialità, l’organizzazione di cooperative e l’avvio di attività economiche in proprio;
        
    (g)    assumere persone con disabilità nel settore pubblico;

    (h)    favorire l’impiego di persone con disabilità nel settore privato attraverso politiche e misure  adeguate che possono includere programmi di azione antidiscriminatoria, incentivi e altre misure;
        
    (i)    garantire che alle persone con disabilità siano forniti accomodamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro;
        
    (j)    promuovere l’acquisizione, da parte delle persone con disabilità, di esperienze lavorative nel mercato  del lavoro;
        
    (k)    promuovere programmi di orientamento e riabilitazione professionale, di mantenimento del posto di lavoro e di reinserimento nel lavoro per le persone con disabilità.

    2.    Gli Stati Parti assicurano che le persone con disabilità non siano tenute in schiavitù o in stato di servitù e siano protette, su base di  uguaglianza con gli altri, dal lavoro forzato o coatto.

    Articolo 28
    Adeguati livelli di vita e protezione sociale

    1.    Gli Stati Parti riconoscono il diritto ad un livello di vita adeguato alle persone con disabilità ed alle loro famiglie, incluse adeguate condizioni di alimentazione, abbigliamento e alloggio, ed al miglioramento continuo delle loro condizioni di vita, e adottano misure  adeguate per proteggere e promuovere l’esercizio di questo diritto senza alcuna discriminazione fondata sulla disabilità.

    2.    Gli Stati Parti riconoscono il diritto delle persone con disabilità alla protezione sociale ed al godimento di questo diritto senza alcuna discriminazione fondata sulla disabilità, e adottano misure  adeguate a tutelare e promuovere l’esercizio di questo diritto, ivi incluse misure per:

    (a)    garantire alle persone con disabilità parità di accesso ai servizi di acqua salubre, ed assicurare loro l’accesso a servizi, attrezzature e altri tipi di assistenza per i bisogni derivanti dalla disabilità, che siano appropriati ed a costi accessibili;

     (b)    garantire l’accesso delle persone con disabilità, in particolare delle donne e delle minori con disabilità nonchè delle persone anziane con disabilità, ai programmi di protezione sociale ed a quelli di riduzione della povertà;

    (c)    garantire alle persone con disabilità e alle loro famiglie, che vivono in situazioni di povertà, l’accesso all’aiuto pubblico per sostenere le spese collegate alle disabilità, includendo una formazione adeguata, forme di sostegno ed orientamento, aiuto economico o forme di presa in carico;

    (d)    garantire l’accesso delle persone con disabilità ai programmi di alloggio sociale;

    (e)    garantire alle persone con disabilità pari accesso ai programmi ed  ai trattamenti pensionistici.

    Articolo 29
    Partecipazione alla vita politica e pubblica

    Gli Stati Parti  garantiscono alle persone con disabilità il godimento dei diritti politici e la possibilità di esercitarli  su base di uguaglianza con gli altri, e si impegnano a:
        
    (a)    garantire che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso rappresentanti liberamente scelti, compreso il diritto e la possibilità  per le persone con disabilità di votare ed essere elette, tra l’altro:
        
    (i)    assicurando che le procedure, le strutture ed i materiali elettorali siano appropriati, accessibili e di facile comprensione e utilizzo;
        
    (ii)    proteggendo il diritto delle persone con disabilità a votare tramite scrutinio segreto, senza intimidazioni, in elezioni ed in referendum popolari, e a candidarsi alle elezioni, ad esercitare  effettivamente i mandati elettivi e svolgere tutte le funzioni pubbliche a tutti i livelli di governo, agevolando, ove appropriato, il ricorso a tecnologie nuove e di supporto;
        
    (iii)    garantendo la libera espressione della volontà delle persone con disabilità come elettori e a questo scopo, ove necessario, su loro richiesta, autorizzandole a farsi assistere da  una persona di loro scelta per votare.
        
     (b)    promuovere attivamente un ambiente in cui le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla conduzione degli affari pubblici, senza discriminazione e su base di uguaglianza con gli altri, e incoraggiare la loro partecipazione alla vita pubblica, in particolare attraverso :
            
    (i)    la partecipazione ad associazioni e organizzazioni non governative impegnate nella vita pubblica e politica del paese e alle attività e all’amministrazione dei partiti politici;
        
    (ii)    la costituzione di organizzazioni di persone con disabilità e l’adesione alle stesse al fine di rappresentarle a livello internazionale, nazionale, regionale e locale.

    Articolo 30
    Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport

    1.    Gli Stati Parti riconoscono il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturale e adottano tutte le misure  adeguate a garantire che le persone con disabilità:
        
    (a)    abbiano accesso ai prodotti culturali in formati accessibili;
        
    (b)    abbiano accesso a programmi televisivi, film, spettacoli teatrali e altre attività culturali, in formati accessibili;

    (c)    abbiano accesso a luoghi di attività culturali, come teatri, musei, cinema, biblioteche e servizi turistici, e, per quanto possibile, abbiano accesso a monumenti e siti importanti per la cultura nazionale.

    2.    Gli Stati Parti adottano misure adeguate a consentire alle persone con disabilità di sviluppare e realizzare il loro potenziale creativo, artistico e intellettuale, non solo a proprio vantaggio, ma anche per l’arricchimento della società.

    3.    Gli Stati Parti adottano tutte le misure  adeguate, in conformità al diritto internazionale, a garantire che le norme che tutelano i diritti di proprietà intellettuale non costituiscano un ostacolo irragionevole e discriminatorio all’accesso da parte delle persone con disabilità ai prodotti culturali.

    4.    Le persone con disabilità hanno il diritto, su base di uguaglianza con gli altri, al riconoscimento ed al sostegno della loro specifica identità culturale e linguistica, ivi comprese la lingua dei segni e la cultura dei sordi.

    5.    Al fine di consentire alle persone con disabilità di partecipare su base di uguaglianza con gli altri alle attività ricreative, agli svaghi e allo sport, gli Stati Parti adottano misure  adeguate a:
        
    (a)    incoraggiare e promuovere la partecipazione più estesa possibile delle persone con disabilità alle attività sportive ordinarie a tutti i livelli;
        
    (b)     garantire che le persone con disabilità abbiano la possibilità di organizzare, sviluppare e partecipare ad attività sportive e ricreative specifiche per le persone con disabilità e, a tal fine, incoraggiare la messa a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, di adeguati mezzi di istruzione, formazione e risorse;
        
    (c)     garantire che le persone con disabilità abbiano accesso a luoghi che ospitano attività sportive, ricreative e turistiche;
        
    (d)    garantire che i minori con disabilità possano partecipare, su base di uguaglianza con gli altri minori, alle attività ludiche, ricreative, agli svaghi ed allo sport, incluse le attività previste dal sistema scolastico;
        
    (e)     garantire che le persone con disabilità abbiano accesso ai servizi forniti  da coloro che sono impegnati nell’organizzazione di attività ricreative, turistiche, di tempo libero e sportive.

    Articolo 31
    Statistiche e raccolta dei dati

    1.    Gli Stati Parti si impegnano a raccogliere le informazioni appropriate, compresi i dati statistici e i risultati di ricerche, che permettano loro di formulare ed attuare politiche allo scopo di dare attuazione alla  presente Convenzione. Il processo di raccolta e di conservazione di tali informazioni deve:

     (a)    essere coerente con le garanzie stabilite per legge, compresa la legislazione sulla protezione dei dati, per garantire la riservatezza e il rispetto della vita privata e familiare delle persone con disabilità;

    (b)    essere coerente con le norme accettate a livello internazionale per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e dei principi etici che regolano la raccolta e l’uso delle statistiche.

    2.    Le informazioni raccolte in conformità al presente articolo devono essere disaggregate in maniera appropriata, e devono essere utilizzate per valutare l’adempimento degli obblighi contratti dagli Stati Parti alla presente Convenzione e per identificare e rimuovere le barriere che le persone con disabilità affrontano nell’esercizio dei propri diritti.

    3.    Gli Stati Parti assumono la responsabilità della diffusione di tali statistiche e garantiscono la loro accessibilità sia alle persone con disabilità che agli altri.

    Articolo 32
    Cooperazione internazionale

    1.     Gli Stati Parti riconoscono l’importanza della cooperazione internazionale e della sua promozione, a sostegno degli sforzi dispiegati a livello nazionale per la realizzazione degli scopi e degli obiettivi della presente Convenzione, e adottano adeguate ed efficaci misure in questo senso, nei rapporti reciproci e al proprio interno e, ove del caso, in partenariato con le organizzazioni internazionali e regionali competenti e con la società civile, in particolare con organizzazioni di persone con disabilità. Possono, in particolare, adottare misure destinate a:
     
    (a)      far sì che la cooperazione internazionale, compresi i programmi internazionali di sviluppo, includa le persone con disabilità e sia a loro accessibile;

    (b)      agevolare e sostenere lo sviluppo di competenze, anche attraverso lo scambio e la condivisione di informazioni, esperienze, programmi di formazione e buone prassi di riferimento;

    (c)      agevolare la cooperazione nella ricerca e nell’accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche;

    (d)      fornire, ove del caso, assistenza tecnica ed economica, anche attraverso agevolazioni all’acquisto ed alla condivisione di tecnologie di accesso e di assistenza e operando trasferimenti di tecnologie.

    2.    Le disposizioni del presente articolo non pregiudicano l’obbligo di ogni Stato Parte di adempiere agli obblighi che ha assunto in virtù della presente Convenzione.

    Articolo 33
    Applicazione a livello nazionale e monitoraggio

    1.    Gli Stati Parti designano, in conformità al proprio sistema di governo, uno o più punti di contatto per le questioni relative all’attuazione della presente Convenzione, e si propongono di creare o individuare in seno alla propria amministrazione una struttura di coordinamento incaricata di facilitare le azioni legate all’attuazione della presente Convenzione nei differenti settori ed a differenti livelli.

    2.    Gli Stati Parti, conformemente ai propri sistemi giuridici e amministrativi, mantengono, rafforzano, designano o istituiscono al proprio interno una struttura, includendo uno o più meccanismi indipendenti, ove opportuno, per promuovere, proteggere e monitorare l’attuazione della presente Convenzione. Nel designare o stabilire tale meccanismo, gli Stati Parti devono tenere in considerazione i principi relativi allo status e al funzionamento delle istituzioni nazionali per la protezione e la promozione dei diritti umani.

    3.    La società civile, in particolare le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative,  è associata e pienamente partecipe al processo di monitoraggio.


    Articolo 34
    Comitato sui diritti delle persone con disabilità

    1.    E’ istituito un Comitato sui diritti delle persone con disabilità (da qui in  avanti denominato “Comitato”), che svolge le funzioni qui di seguito indicate.

    2.    Il Comitato  si compone,  a decorrere dall’entrata in vigore della presente Convenzione, di dodici esperti. Alla data del deposito di  sessanta ratifiche o adesioni alla presente Convenzione, saranno aggiunti sei membri al Comitato, che raggiungerà la composizione massima di diciotto membri.

    3.    I membri del Comitato siedono a titolo personale e sono personalità di alta autorità morale e di riconosciuta competenza ed esperienza nel  settore oggetto della presente Convenzione. Nella designazione dei propri candidati, gli Stati Parti sono invitati a tenere in debita considerazione le disposizioni stabilite nell’articolo 4 paragrafo 3 della presente Convenzione.

    4.    I membri del Comitato sono eletti dagli Stati Parti, tenendo in considerazione i principi di equa ripartizione geografica, la rappresentanza delle diverse forme di civiltà e dei principali sistemi giuridici, la rappresentanza bilanciata di genere e la partecipazione di esperti con disabilità.

    5.    I membri del Comitato sono eletti a scrutinio segreto su una lista di persone designate dagli Stati Parti tra i propri cittadini in occasione delle riunioni della Conferenza degli Stati Parti. A tali riunioni, ove il quorum è costituito dai due terzi degli Stati Parti, sono eletti membri del Comitato i candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e la maggioranza assoluta dei voti dei rappresentanti degli Stati Parti presenti e votanti.

    6.    La prima elezione ha luogo entro sei mesi dopo l’entrata in vigore della presente Convenzione. Almeno quattro mesi prima della data di ogni elezione, il Segretario Generale dell’Organizzazione Nazioni Unite invita per iscritto gli Stati Parti a proporre i propri candidati nel termine di due mesi. Successivamente il Segretario Generale prepara una lista in ordine alfabetico dei candidati così designati, indicando gli Stati Parti che li hanno proposti, e la comunica agli Stati Parti della presente Convenzione.

    7.    I membri del Comitato sono eletti per quattro anni. Sono rieleggibili una sola volta. Tuttavia, il mandato di sei dei membri eletti alla prima elezione scadrà al termine di due anni; subito dopo la prima elezione, i nominativi dei sei membri sono estratti a sorte dal Presidente della riunione di cui al paragrafo 5 del presente articolo.

    8.    L’elezione dei sei membri addizionali del Comitato si terrà in occasione delle elezioni ordinarie, in conformità con le disposizioni del presente articolo.

    9.    In caso di decesso o di dimissioni di un membro del Comitato o se, per qualsiasi altro motivo, questi dichiari di non potere più svolgere le sue funzioni, lo Stato Parte che ne aveva proposto la candidatura nomina un altro esperto in possesso delle qualifiche e dei requisiti stabiliti dalle disposizioni pertinenti del  presente articolo, per ricoprire il posto vacante fino allo scadere del mandato corrispondente.

    10.    Il Comitato adotta  il proprio regolamento  interno.

    11.    Il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite mette a disposizione del Comitato il personale e le strutture necessari ad esplicare efficacemente le funzioni che gli sono attribuite in virtù della presente Convenzione, e convoca la prima riunione.

    12.    I membri del Comitato ricevono, con l’approvazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, emolumenti provenienti dalle risorse delle Nazioni Unite nei termini ed alle condizioni fissate dall’Assemblea Generale, tenendo in considerazione l’importanza delle funzioni del Comitato.

    13.    I membri del Comitato beneficiano delle facilitazioni, dei privilegi e delle immunità accordate agli esperti in missione per conto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite come stabilito nelle sezioni pertinenti della Convenzione sui privilegi e le immunità delle Nazioni Unite.

    Articolo 35
    I rapporti degli Stati Parti

    1.    Ogni Stato Parte presenta al Comitato, tramite il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, un rapporto dettagliato sulle misure prese per adempiere ai propri obblighi in virtù della presente Convenzione e sui progressi conseguiti al riguardo, entro due anni dall’entrata in vigore della presente Convenzione per lo Stato Parte interessato.

    2.    Successivamente, gli Stati Parti presentano rapporti complementari almeno ogni quattro anni ed ogni altro rapporto che il Comitato  richieda.

    3.    Il Comitato stabilisce le linee guida applicabili per quanto attiene al contenuto dei rapporti.

    4.    Gli Stati Parti che hanno presentato al Comitato un rapporto iniziale completo non sono tenuti, nei propri rapporti successivi, a ripetere informazioni già fornite. Gli Stati Parti sono invitati a redigere i  propri rapporti secondo una procedura aperta e trasparente e a tenere in dovuta considerazione le disposizioni  di cui all’articolo 4 paragrafo 3 della presente Convenzione.

    5.    I rapporti possono indicare i fattori e le difficoltà che incidono sull’adempimento degli obblighi previsti dalla presente Convenzione.

    Articolo 36
    Esame dei rapporti

    1.    Ogni rapporto viene esaminato dal Comitato,  il quale formula su di esso i suggerimenti e le raccomandazioni di carattere generale che  ritiene appropriati e li trasmette allo Stato Parte interessato. Lo Stato Parte può rispondere fornendo al Comitato tutte le informazioni che ritenga utili. Il Comitato può richiedere ulteriori informazioni agli Stati Parti in relazione all’attuazione della presente Convenzione.

    2.    Se uno Stato Parte è significativamente in ritardo nella presentazione del rapporto, il Comitato può notificare allo Stato Parte in causa che esso sarà costretto ad esaminare l’applicazione della presente Convenzione nello Stato Parte sulla base di attendibili informazioni  di cui possa disporre, a meno che il rapporto atteso non venga consegnato entro i tre mesi successivi alla notifica. Il Comitato invita lo Stato Parte interessato a partecipare a tale esame. Qualora lo Stato Parte risponda presentando il suo rapporto, saranno applicate le disposizioni del paragrafo 1 del presente articolo.

    3.    Il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite dà comunicazione dei rapporti a tutti gli Stati Parti.

    4.    Gli Stati Parti rendono i  propri rapporti ampiamente disponibili al pubblico nei rispettivi paesi e facilitano l’accesso ai suggerimenti e alle raccomandazioni generali che fanno seguito a questi rapporti.

    5.     Il Comitato trasmette, se lo ritiene necessario, alle agenzie specializzate, ai Fondi e Programmi delle Nazioni Unite, ed agli altri organismi competenti, i rapporti degli Stati Parti che contengano una richiesta o indichino l’esigenza di un parere o di assistenza tecnica, accompagnati, ove del caso, da osservazioni e suggerimenti del Comitato, concernenti tale richiesta o esigenza.

    Articolo 37
    Cooperazione tra gli Stati Parti ed il Comitato

    1.    Gli Stati Parti collaborano con il Comitato e assistono i suoi membri nell’adempimento del loro mandato.

    2.    Nelle sue relazioni con gli Stati Parti, il Comitato accorda tutta l’attenzione necessaria alle modalità ed ai mezzi  per incrementare le capacità nazionali al fine dell’attuazione della presente Convenzione, in particolare attraverso la cooperazione internazionale.

    Articolo 38
    Relazione del Comitato con altri organismi

    Per promuovere l’applicazione effettiva della presente Convenzione ed incoraggiare la cooperazione internazionale nel settore interessato dalla presente Convenzione:

    (a)     le Agenzie specializzate e gli altri organismi delle Nazioni Unite hanno il diritto di farsi rappresentare in occasione dell’esame dell’attuazione delle disposizioni della presente Convenzione che rientrano nel loro mandato. Il Comitato può invitare le istituzioni specializzate e ogni altro organismo che ritenga adeguato a fornire pareri specialistici sull’attuazione della Convenzione nei settori che rientrano nell’ambito dei loro rispettivi mandati. Il Comitato può invitare le istituzioni specializzate e gli altri organismi delle Nazioni Unite a presentare rapporti sull’applicazione della Convenzione nei settori che rientrano nel  loro ambito di attività;

    (b) il Comitato, nell’esecuzione del proprio mandato, consulta, ove lo ritenga opportuno, altri organismi istituiti dai trattati internazionali sui diritti umani, al fine di garantire la coerenza delle rispettive linee guida sulla stesura dei rapporti, dei suggerimenti e delle  raccomandazioni generali e di evitare duplicazioni e sovrapposizioni nell’esercizio delle rispettive funzioni.

    Articolo 39
    Rapporto del Comitato

    Il Comitato riferisce sulle proprie attività ogni due anni all’Assemblea Generale e al Consiglio Economico e Sociale, e può formulare suggerimenti e  raccomandazioni generali basati sull’esame dei rapporti e delle informazioni ricevute dagli Stati Parti. Tali suggerimenti e raccomandazioni generali sono inclusi nel rapporto del Comitato accompagnati dai commenti, ove del caso, degli Stati Parti.

    Articolo 40
    Conferenza degli Stati Parti

    1.    Gli Stati Parti si riuniscono regolarmente in una Conferenza degli Stati Parti  per esaminare ogni questione concernente l’applicazione della presente Convenzione.

    2.    La Conferenza degli Stati Parti  viene convocata dal Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente Convenzione. Le riunioni successive  vengono convocate dal Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ogni biennio o su decisione della Conferenza degli Stati Parti.

    Articolo 41
    Depositario

    Il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è il depositario della presente Convenzione.

    Articolo 42
    Firma

    La presente Convenzione è aperta alla firma da parte di tutti gli Stati e delle Organizzazioni d’integrazione regionale presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, a decorrere dal 30 marzo 2007.

    Articolo 43
    Consenso ad essere vincolato

    La presente Convenzione è sottoposta a ratifica degli Stati firmatari ed alla conferma formale delle Organizzazioni d’integrazione regionale firmatarie. E’ aperta all’adesione di ogni Stato o Organizzazione d’integrazione regionale che non abbia firmato la Convenzione stessa.

    Articolo 44
    Organizzazioni d’integrazione regionale

    1.    Per “Organizzazione d’integrazione regionale” si intende ogni organizzazione costituita dagli Stati sovrani di una determinata regione, a cui gli Stati membri hanno trasferito competenze per quanto riguarda le questioni disciplinate dalla  presente Convenzione. Nei  propri strumenti di conferma o adesione formale, tali organizzazioni dichiarano l’estensione delle loro competenze nell’ambito disciplinato dalla presente Convenzione. Successivamente, esse notificano al depositario qualsiasi modifica sostanziale dell’estensione delle  proprie competenze.

    2.    I riferimenti agli “Stati Parti” nella presente Convenzione si applicano a tali organizzazioni nei limiti delle loro competenze.

    3.    Ai fini del paragrafo 1 dell’articolo 45, e dei paragrafi 2 e 3 dell’articolo 47 della presente Convenzione, non vengono tenuti in conto gli strumenti depositati da un’Organizzazione d’integrazione regionale.

    4.    Le Organizzazioni d’integrazione regionale  possono esercitare il loro diritto di voto nelle questioni rientranti nell’ambito delle loro competenze, nella Conferenza degli Stati Parti, con un numero di voti uguale al numero dei  propri Stati membri che sono Parti alla presente Convenzione. Tali Organizzazioni non esercitano il diritto di voto se uno degli Stati membri esercita il proprio diritto, e viceversa.

    Articolo 45
    Entrata in vigore

    1.    La presente Convenzione entrerà in vigore il trentesimo giorno successivo alla data del deposito del ventesimo strumento di ratifica o di adesione.

    2.    Per ciascuno degli Stati o Organizzazioni d’integrazione regionale che ratificheranno o confermeranno formalmente la presente Convenzione o vi aderiranno dopo il deposito del ventesimo strumento, la Convenzione entrerà in vigore il trentesimo giorno successivo alla data del deposito da parte dello Stato o dell’organizzazione del proprio strumento di ratifica, di adesione o di conferma formale.

    Articolo 46
    Riserve

    1.    Non sono ammesse riserve incompatibili con l’oggetto e lo scopo della presente Convenzione .

    2.    Le riserve possono essere ritirate in qualsiasi momento.

    Articolo 47
    Emendamenti

    1.    Ogni Stato Parte può proporre un emendamento alla presente Convenzione e sottoporlo al Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Il Segretario Generale comunica le proposte di emendamento agli Stati Parti, chiedendo loro di far conoscere se sono favorevoli alla convocazione di una conferenza degli Stati Parti al fine di esaminare tali proposte e di pronunziarsi su di esse. Se, entro quattro mesi dalla data di tale comunicazione, almeno un terzo degli Stati Parti si  pronunziano a favore della convocazione di tale conferenza, il Segretario Generale convoca la conferenza sotto gli auspici dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Ogni emendamento adottato dalla maggioranza dei due terzi degli Stati Parti presenti e votanti  viene sottoposto dal Segretario Generale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per l’approvazione e a tutti gli Stati Parti per la successiva accettazione.

    2.    Ogni emendamento adottato ed approvato in conformità alle disposizioni del paragrafo 1 del presente  articolo entra in vigore il trentesimo giorno successivo alla data in cui il numero di strumenti di accettazione depositati raggiunga i due terzi del numero degli Stati Parti alla data dell’adozione dell’emendamento. Successivamente, l’emendamento entra in vigore per ogni Stato Parte il trentesimo giorno seguente al deposito del proprio strumento di accettazione. L’emendamento è vincolante solo per gli Stati Parti che l’hanno accettato.

    3.    Se la Conferenza degli Stati Parti decide in questi termini per consenso, un emendamento adottato e approvato in  conformità al paragrafo 1 del presente articolo e riguardante esclusivamente gli articoli 34, 38, 39 e 40 entra in vigore per tutti gli Stati Parti il trentesimo giorno successivo alla data in cui il numero di strumenti di accettazione depositati raggiunga i due terzi del numero degli Stati Parti alla data dell’adozione dell’emendamento.

    Articolo 48
    Denuncia

    Ogni Stato Parte può denunciare la presente Convenzione per mezzo di notifica scritta al Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La denuncia avrà effetto un anno dopo la data di ricezione della notifica da parte del Segretario Generale.

    Articolo 49
    Formati accessibili

    Il testo della presente Convenzione viene reso disponibile in formati accessibili.

    Articolo 50
    Testi Autentici

    I testi in arabo, cinese, inglese, francese, russo e spagnolo della presente Convenzione fanno ugualmente fede.

    In fede di che i sottoscritti Plenipotenziari, debitamente autorizzati dai rispettivi Governi, hanno firmato la presente Convenzione.

    PROTOCOLLO OPZIONALE ALLA CONVENZIONE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

    Gli Stati Parti del presente Protocollo hanno concordato quanto segue:


    Articolo 1

    1.    Ogni Stato Parte del presente Protocollo (“Stato Parte”) riconosce la competenza del Comitato sui diritti delle persone con disabilità (“Comitato”) a ricevere e ad esaminare comunicazioni presentate da individui o gruppi di individui o in rappresentanza di individui o gruppi di individui soggetti alla sua giurisdizione che pretendano di essere vittime di violazioni delle disposizioni della Convenzione da parte di quello Stato Parte.

    2.    Il Comitato non riceve alcuna comunicazione che riguardi uno Stato Parte della Convenzione che non sia parte contraente del presente Protocollo.

    Articolo 2

    Il Comitato dichiara irricevibile una comunicazione quando:

    (a)    la comunicazione è anonima;

    (b)    la comunicazione costituisce un abuso del diritto di presentare tali comunicazioni o è incompatibile con le disposizioni della  Convenzione;

    (c)    riguardi una questione che è stata già esaminata dal Comitato o è stata ovvero è in corso di esame presso un’altra istanza internazionale d’inchiesta o di regolamento;

    (d)    con riferimento alla stessa, non siano stati esauriti tutti i mezzi di tutela nazionali disponibili, a meno che la procedura di ricorso non superi termini ragionevoli o che sia improbabile che il richiedente ottenga una riparazione effettiva con tali mezzi;

    (e)    sia manifestamente infondata o insufficientemente motivata; o quando

    (f)    i fatti  oggetto della comunicazione siano avvenuti prima dell’entrata in vigore del presente Protocollo per gli Stati Parti coinvolti, a meno che quei fatti persistano dopo quella data.

    Articolo 3

    Fatte salve le disposizioni dell’articolo 2 del presente Protocollo, il Comitato sottopone in via confidenziale ogni comunicazione  presentatagli all’attenzione dello Stato Parte interessato. Lo Stato interessato presenta al Comitato, nel termine di sei mesi, spiegazioni scritte o dichiarazioni che chiariscano la questione e che indichino le misure che potrebbe aver adottato per porre rimedio alla situazione.

    Articolo 4

    1.    Dopo la ricezione di una comunicazione e prima di prendere una decisione sul merito, il Comitato può sottoporre in ogni momento all’urgente attenzione dello Stato Parte interessato una richiesta affinché lo Stato Parte adotti le misure conservative necessarie al fine di evitare che alla vittima o alle vittime della presunta violazione siano causati danni irreparabili.

    2.    Il Comitato non pregiudica la sua decisione sulla ricevibilità o sul merito della comunicazione per il solo fatto di esercitare la facoltà riconosciutagli dal paragrafo 1 del presente articolo.

    Articolo 5

    Il Comitato esamina a porte chiuse le comunicazioni che gli sono indirizzate ai sensi del presente Protocollo. Dopo aver esaminato una comunicazione, il Comitato trasmette i suoi suggerimenti e le eventuali raccomandazioni allo Stato Parte interessato ed al  richiedente.

    Articolo 6

    1.    Qualora il Comitato riceva informazioni attendibili indicanti violazioni gravi o sistematiche dei diritti  enunciati  nella presente Convenzione da parte di uno Stato Parte, il Comitato invita quello Stato Parte a cooperare nell’esaminare le informazioni e a presentare le proprie osservazioni riguardanti le informazioni in questione.

    2.    Basandosi sulle osservazioni eventualmente formulate dallo Stato Parte interessato nonché su ogni altra informazione attendibile di cui disponga, il Comitato può incaricare uno o più dei suoi membri di condurre un’inchiesta e di riferirne senza indugio i risultati al Comitato. Ove ciò sia giustificato e con il consenso dello Stato Parte, l’inchiesta può includere una visita sul territorio di quello Stato.

    3.    Dopo aver esaminato i risultati dell’inchiesta, il Comitato li  trasmette allo Stato Parte interessato accompagnati, ove del caso, da  commenti e raccomandazioni.

    4.    Lo Stato Parte interessato presenta le sue osservazioni al Comitato, entro sei mesi dalla ricezione dei risultati dell’inchiesta e dei commenti e raccomandazioni trasmessi dal Comitato.

    5.    L’inchiesta mantiene un carattere confidenziale e la cooperazione dello Stato Parte  viene sollecitata in ogni  fase della procedura.

    Articolo 7

    1.    Il Comitato può invitare lo Stato Parte interessato ad includere, nel rapporto che è tenuto a presentare ai sensi dell’articolo 35 della Convenzione, precisazioni sulle misure adottate a seguito di un’inchiesta condotta ai sensi dell’articolo 6 del presente Protocollo.

    2.    Al termine del  periodo di sei mesi di cui all’articolo 6, paragrafo 4, il Comitato può, ove del caso, invitare lo Stato Parte interessato ad informarlo circa le misure adottate a seguito dell’inchiesta.

    Articolo 8

    Ogni Stato Parte può, al momento della firma o della ratifica del presente Protocollo o adesione allo stesso, dichiarare di non riconoscere la competenza del Comitato  prevista negli articoli 6 e 7.

    Articolo 9

    Il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è il depositario del presente Protocollo.

    Articolo 10

    Il presente Protocollo è aperto alla firma degli Stati e delle Organizzazioni d’integrazione regionale firmatari della Convenzione, presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, a  decorrere dal 30 marzo 2007.

    Articolo 11

    Il presente Protocollo è sottoposto a ratifica da parte degli Stati firmatari di questo Protocollo che abbiano ratificato o aderito alla Convenzione.  La ratifica deve essere confermata formalmente da parte delle Organizzazioni d’integrazione regionale firmatarie del presente Protocollo che abbiano formalmente confermato o aderito alla Convenzione. E’ aperto all’adesione da parte di qualsiasi Stato o Organizzazione di integrazione regionale che abbia ratificato, formalmente confermato o aderito alla Convenzione e che non abbia firmato il Protocollo stesso.

    Articolo 12

    1.    Per “Organizzazione d’integrazione regionale” si intende ogni organizzazione costituita dagli Stati sovrani di una determinata regione, a cui gli Stati Membri hanno trasferito competenze per quanto riguarda le questioni disciplinate da questa Convenzione e dal presente Protocollo. Nei propri strumenti di conferma o adesione formale, tali organizzazioni dichiarano l’estensione delle loro competenze nell’ambito disciplinato da questa Convenzione e dal presente Protocollo. Successivamente, esse notificano al depositario qualsiasi modifica sostanziale dell’estensione delle proprie competenze.

    2.    I riferimenti agli “Stati Parti” nel presente Protocollo si applicano a tali organizzazioni nei limiti delle  loro competenze.

    3.    Ai fini dell’articolo 13, paragrafo 1 e dell’articolo 15, paragrafo 2, del presente Protocollo non vengono tenuti in conto gli strumenti depositati da un’Organizzazione d’integrazione regionale .

    4.    Le Organizzazioni d’integrazione regionale possono esercitare il loro diritto di voto nelle questioni rientranti nell’ambito delle loro competenze, nelle riunioni degli Stati Parti, con un numero di voti uguale al numero dei propri Stati membri che sono Parti al presente Protocollo. Tali Organizzazioni non esercitano il diritto di voto se uno degli Stati membri esercita il proprio diritto, e viceversa.

    Articolo 13

    1.     Fatta salva l’entrata in vigore della Convenzione, il presente Protocollo entrerà in vigore il trentesimo giorno successivo alla data del deposito del decimo strumento di ratifica o di adesione.

    2.    Per ciascuno degli Stati o Organizzazioni d’integrazione regionale che ratificheranno o confermeranno formalmente il presente Protocollo o vi aderiranno dopo il deposito del decimo strumento, il Protocollo entrerà in vigore il trentesimo giorno successivo alla data del deposito da parte dello Stato o dell’Organizzazione del proprio strumento di ratifica, di adesione o di conferma formale.

    Articolo 14

    1.    Non sono ammesse riserve incompatibili con l’oggetto e lo scopo del presente Protocollo.

    2.    Le riserve possono essere ritirate in qualsiasi momento.

    Articolo 15

    1.    Ogni Stato Parte può proporre un emendamento al presente Protocollo e sottoporlo al Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Il Segretario Generale comunica le proposte di emendamento agli Stati Parti, chiedendo loro di far conoscere se sono favorevoli alla convocazione di una riunione degli Stati Parti al fine di esaminare tali proposte e pronunziarsi su di esse. Se, entro quattro mesi dalla data di tale comunicazione, almeno un terzo degli Stati Parti si pronunziano a favore della convocazione di tale riunione, il Segretario Generale convoca la riunione sotto gli auspici dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Ogni emendamento adottato dalla maggioranza dei due terzi degli Stati Parti presenti e votanti viene sottoposto dal Segretario Generale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per l’approvazione e  a tutti gli Stati Parti per  la successiva accettazione.

    2.    Ogni emendamento adottato ed approvato in conformità alle disposizioni del paragrafo 1 del presente articolo entra in vigore il trentesimo giorno successivo alla data in cui il numero di strumenti di accettazione depositati raggiunga i due terzi del numero degli Stati Parti alla data dell’adozione dell’emendamento. Successivamente, l’emendamento entra in vigore per ogni Stato Parte il trentesimo giorno seguente al deposito del proprio strumento di accettazione. L’emendamento è vincolante solo per gli Stati Parti che lo hanno accettato.

    Articolo 16

    Ogni Stato Parte può denunciare il presente Protocollo per mezzo di notifica scritta al Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La denuncia avrà effetto un anno dopo la data di ricezione della notifica da parte del Segretario Generale.

    Articolo 17

    Il testo del presente Protocollo  viene reso disponibile in formati accessibili.

    Articolo 18

    I testi in arabo, cinese, inglese, francese, russo e spagnolo del presente Protocollo fanno ugualmente fede.


    In fede di che i sottoscritti Plenipotenziari, debitamente autorizzati dai rispettivi Governi, hanno firmato il presente Protocollo.

  2.  

    Il 24 di aprile nonchè pochi giorni fa, con mia moglie ho voluto "sperimentare" parzialmente quanto riporta il sito web del comune di Venezia, "Città per tutti". Sebbene l'impresa per i camminanti sia banalissima, una volta arrivati in P.zza San Marco per me è stato come aver raggiunto la vetta del K2, soddisfazione alle stelle, una grande impresa! Abbiamo raggiunto Piazzale Roma in auto e parcheggiato nell'Autorimessa comunale AVM Spa, Piazzale Roma 496 tel. 0412727301. Per le persone in possesso di contrassegno di parcheggio per disabili sono disponibili 14 posti auto gratuiti per le prime 12 ore. Oltre la 12° ora e fino alla 14° ora viene applicata il 50% della tariffa ordinaria. Oltre la 14° ora di sosta viene applicata la tariffa ordinaria. N. 4 posti (sul totale dei 14) sono prenotabili con almeno 24 ore di anticipo rispetto all'ora di arrivo via fax allo 041 2727313 o via email all'indirizzo prenotazioniautorimessa@avmspa.it indicando: cognome e nome, modello e targa dell'autovettura, giorno e orario di arrivo, giorno e orario (presumibile) di partenza, nr. di fax presso il quale si desidera ricevere il riscontro alla richiesta da parte dell'azienda, estremi o fotocopia del contrassegno di parcheggio. La conferma o il rigetto della comunicazione sarà comunicata da parte dell'azienda nel più breve tempo possibile, e comunque almeno 12 ore prima dell'orario di arrivo. L'eventuale conferma di prenotazione dovrà obbligatoriamente essere esibita in fase di ingresso al personale in servizio alla porta del garage, unitamente al contrassegno disabili. Ulteriori informazioni sono presenti sul sito www.avmspa.it

    Al momento di ritirare il biglietto nell'autorimessa, prima di aprire la sbarra di ingresso per le vetture mi è stato chiesto se parlo italiano. Mi era stato spiegato dove in teoria avremmo dovuto parcheggiare, non potevano sapere che ero disabile. Comunicato tale situazione fisica, mi è stato detto di scendere con l'auto al piano -1 seguendo l'apposito percorso ed abbiamo trovato i parcheggi per disbili contrassegnati dalla segnaletica orizzontale. Seguendo le indicazioni siamo usciti dall'autorimessa e sempre a mezzo delle indicazioni siamo arrivati alla biglietteria dell'imbarco al vaporetto della linea 1 (accessibile alle carrozzine), che vi condurrà lungo tutto il Canal Grande, scendendo alla fermata S. Marco Vallaresso. Per chi come me che di bus, tram, vaporetti etc. etc. non ha dimestichezza, consiglio di chiedere il biglietto di andata e ritorno. Il prezzo "a tratta" riservato alle persone disabili è di € 1,50. Prima dell'imbarco il biglietto va obliterato elettronicamente dall'apparecchiatura posta all'ingresso del medesimo.

    Le difficoltà per salire in vaporetto sono minime; discesa o rampa per salire sul pontile (in base se è il periodo di alta o bassa marea) e dislivello tra pontile e vaporetto sempre per il medesimo effetto delle maree, comunque sia il personale di terra se presente che quello di bordo è gentile ed un aiuto lo dà senza problemi. Una volta scesi dal vaporetto, si prosegue per Calle Vallaresso. Per entrare in P.zza San Marco senza barriere si esce dai portici, girare a sinistra nella stretta Calle del Salvadego che vi condurrà al bacino Orseolo (pittoresco posteggio gondole); tenendo la destra raggiungerete la Piazza, attraverso i portici delle Procuratie Vecchie. Ho creato il percorso che troverete a tergo, il quale spero, semplificherà la passeggiata!

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  3.  Correva l'anno 2012 e precisamente sabato 26 maggio. La nostra cittadina diciamolo pure, non è propriamente a "misura di disabile" e forse anche anziani e mamme con passeggini per certi versi avranno qualche grattacapo... Il Laboratorio d'arte "Marmellata" organizzò una cosiddetta "scarrozzata" per la piazza principale del paese e zone limitrofe invitando Sindaco, vice ed Amministratori Comunali a parteciparvi; tre prendendo posto rispettivamente su carrozzine messe a disposizione ed altri tre fungevano da accompagnatori. Le barriere architettoniche nonostante siano note le più eclatanti, non si sono fatte attendere e puntualmente la prima appena partiti col "tour" è stata “incontrata” all'entrata del Municipio; un piccolo gradino. Per non parlare del Comando dei Vigili, un bel gradino, problemi per entrare in chiesa, tutti o quasi tutti i bar presentano dei piccoli/grandi gradini. Idem la Parafarmacia col solito “piccolo” gradino di soglia. Per attraversare la piazza viene il bello ed a mio avviso è il top della barriera architettonica... L'acciottolato rende molto pericoloso l'attraversamento perché si rischia il ribaltamento in avanti. Idem per quanto riguarda il castello e per non parlare della biblioteca... Parcheggi riservati ai disabili con delle dimensioni che sono ben distanti dalle regolari a partire da quelli di fronte al Comune, solo il primo a sinistra provenendo dalla piazza è della larghezza idonea il secondo no... Trovandosi in mezzo ad altri due posti auto, non è stato calcolato lo spazio sufficiente lato guida per chi ha una carrozzina per poterla avvicinare alla portiera e scendere. Gli altri sparsi per il paese parlando di dimensioni, non stanno meglio... Solo i più recenti fatti di fronte all'ospedale sono stati fatti a regola d'arte!

    A distanza di cinque anni sarà cambiato qualcosa? Non si era chiesto di buttare giù il paese e di ricostruirlo, sarebbero bastate delle piccole modifiche e soprattutto un po’ di buona volontà da parte dei nostri amministratori. Queste erano le barriere architettoniche riscontrate nella sola Piazza Vittorio Emanuele e tra l’altro non elencate tutte, anche qualcuna delle frazioni non sta meglio… Al di là dell’architettura “storica” che per certi versi potrebbe essere intoccabile in quanto soggetta ai vincoli della Sopritendenza ai Beni Storici, per tutto il resto basterebbe un po’ di accortezza, buonsenso e soprattutto rispetto di quelle poche leggi in materia che dovrebbero tutelare tali problematiche. Un paese civile dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo)  misurarsi anche con tali esigenze dei cittadini anziché sottovalutarle. Credo che immedesimarsi in chi ha problemi anziché affondare la testa sotto la sabbia e far finta di nulla, non sia un’impresa impossibile anche per chi non vive tali problematiche, altrimenti la "Scarrozzata" di cinque anni fa non è stata altro che una "comoda" passeggiata seduti per un'ora in una bellissima mattina di maggio.

     

     

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  4. Dall'esperienza fatta e col senno di poi, non ho nessuna pretesa di dare insegnamento sul da farsi, solamente raccontare le soluzioni che abbiamo adottato e quelle che avremmo dovuto adottare, sperando che tuttociò sia d'aiuto a chi è in procinto di fare tale acquisto. Premetto che avevamo poca esperienza in materia, nel senso che non abbiamo avuto modo di vedere svariate soluzioni di cucine per persone disabili. Tant'è vero che quando è arrivato il momento di acquistarne una, abbiamo dovuto cimentarci spremendo le meningi cercando di raggruppare il più possibile le idee sulle soluzioni ottimali possibili anche se alla fine ci si accorge che qualcosa di differente si poteva fare. Essendoci remote soluzioni in commercio messe a disposizione da un noto brand (che se non è l'unico in Italia, ce ne sono pochi) quando ci siamo recati presso il mobilificio prescelto per l'acquisto, abbiamo dovuto dare delle indicazioni su come determinati particolari avrebbero dovuto essere, oltre a riceverne altre da quest'ultimo. Le soluzioni adottate sono state dettate dalla conformazione della stanza che avendo due porte, una per parete ed una finestra, avevamo a disposizione una sola parete intera.
     
    In un primo momento si era pensato oltre ai consigli ricevuti, ad una dispensa a due ante e nell'unica parete libera da porte e finestra, al rimanente della cucina con frigorifero, lavastoviglie e forno. Due pensili fissi (senza possibilità di modificarne la posizione in altezza tramite meccanismo comandato elettricamente disponibile in commercio) da 45 e 60 cm di lunghezza (come da disegno succitati). Alla fine invece si è optato per un'altra soluzione, quella riportata a tergo. Dispensa su una parete formata da quattro colonne componibili di cui nella prima c'è il frigorifero, nella seconda e terza cassettone, cassetti ed anta. Nella quarta ed ultima in basso c'è un cassettone, forno con apertura a libro ed anta apertura vasistas.
     
    Come dicevo all'inizio di questo articolo, col senno di poi tante cose si sarebbero potute fare diversamente e farne di altre che non sono presenti. Per esempio, sotto al top dove sono situati lavello e fornelli c'era stato messo un unico pannello puramente estetico. Poi per la poca praticita ad accedere al sottolavello tramite un'apertura rettangolare e relativo coperchio, abbiamo fatto rifare tutta la parte della cucina sotto al top ed in questo modo abbiamo recuperato dello spazio per una profondità di circa una ventina di centimetri utile nel caso nostro a ricavare due antine per accedere comodamente al sottolavello, una antina per accedere al gasatore per l'acqua da bere ed altre due dove abbiamo ricavato due ripiani per il pentolame. Con le pedane della carrozzina anche quando siamo ai fornelli non ci sono problemi con la profondità rimanente.
    C'è da dire che le disposizioni non vanno bene per tutte le tipologie di disabilità. Credo che la cucina per noi disabili non possa essere uno standard ma una personalizzazione curata su misura e soprattutto sulle specifiche esigenze del singolo fuitore. Ad esempio, nelle poche occasioni che abbiamo avuto di vedere delle cucine sia in fiera che su qualche sito web, la parte sotto al top (come da foto quì sopra) non veniva mai utilizzata, lasciata sempre libera al massimo coperta da una tenda. Invece tale soluzione è da prendere in considerazione. L'altezza del top o piano della cucina, dal pavimento è di 73 cm. (mi riferisco sempre alla nostra cucina), mentre la profondità dal muro è di 61 cm. Diciamo che sebbene in casa siamo solamente in due persone, per certi versi a volte, per avere tutto in ordine perfettamente ci sarebbe voluto qualche componente in più. Nel nostro caso avere avuto i pensili elettrificati che si abbassano ad altezza voluta ma di grandezza standard, credo che sarebbero stati inutili in quanto mia moglie essendo bassa di busto sicuramente avrebbe fatto fatica per sporgersi e soprattutto per quei ripiani di una certa altezza. Un accorgimento invece che prenderei in considerazione se dovessimo rifare la dispensa, è far mettere i ripiani estraibili con delle guida come se fossero dei cassetti, per poter accedere meglio agli alimentari riposti e non doverli mettere tutti davanti oppure doverli prendere facendo i salti mortali! Il forno con apertura a libro come se fosse un qualsiasi mobile, lo consiglio vivamente. Credo che un sistema migliore di questo che ho visto in qualche fiera ed in Internet è la porta a scomparsa sotto il forno. Avendo fatto montare tre pensili in un secondo tempo (2 larghezza 45 cm., 1 larghezza 60 cm., tutti di profondità 34 cm. e di altezza 36 cm., distanti dal top 39 cm.) , che non ci erano stati consigliati da subito perchè secondo il venditore lo spazio che avevamo sarebbe stato sufficiente..., non abbiamo l'illuminazione a parte quella della cappa per il piano di lavoro sulla cucina. Altro neo mancante... Per quanto riguarda il tavolo, non è il caso nostro visto che non ne abbiamo bisogno, ho comunque avuto modo di vedere dei tavoli con applicate delle piccole ruote con la possibilità di bloccarle per poterlo spostare in modo più agevole.
     
    In conclusione se dovessimo per esempio riacquistare la cucina, con la conformazione della stanza com'è, vale a dire con una sola parete libera da porte e finestre, la rifarei così com'è eccetto le modifiche che ho descritto, considererei dopo aver valutato bene le distanze dal mobile, un altro pensile e se proprio si volesse esagerare per sistemare meglio le pentole ed avere altro spazio per eventuali altri accessori, un'altra dispensa a due colonne. Accetto volentieri delle idee o consigli inerenti, potete pure usare lo spazio dei commenti a tergo.
     

     

  5. Ogni tanto ci capita di vedere oppure incappiamo personalmente in ristoranti e/o hotel, che si spacciano per "disabled free", ma in realtà non è proprio così. Pare che i "non addetti ai lavori" alias chi non ha una carrozzina sotto le terga, non riescano ad immedesimarsi in chi invece ce l'ha ed a provare ad "immaginare" ( anche se a mio avviso di immaginazione ne basta poca ) quali sono le vitali necessità di un disabile in carrozzina quando accede ad un ristorante oppure ad un hotel. L'esperienza mi "ha insegnato" che tutto non si può avere e pretendere, anche se certi accorgimenti sono molto importanti. Per esempio reputo importante quando accedo nella ristorazione in generale (pizzeria, trattoria, ristorante, etc.) che il bagno sia il più possibile a norma che equivale alla piena fruibilità soprattutto in sicurezza. Spesso mancano i maniglioni posti vicino al wc che servono soprattutto per potersi aiutare in fase di passaggio dalla carrozzina alla tazza, oppure le dimensioni del suddetto sono un pò strettine ed allora ci si deve arrangiare alla meno peggio.

    Va peggio invece per gli hotel. Peggio perchè una volta arrivati ed aver prenotato magari per una settimana essendo anche distanti da casa (come ci è già capitato) dopo una breve arrabbiatura, ci si deve adeguare e barcamenare alla meno peggio... Mi riferisco comunque alle stanze prenotate facendo presente che si ha una carrozzina. Quando il "danno" è lieve manca il bidet o la doccetta che in qualche modo lo supplisce. Quando è medio, la porta di ingresso non è sufficientemente larga (mi riferisco a casistiche realmente vissute dal sottoscritto e consorte) ed in quel caso si sfregano gli stipiti oppure si è costretti a sedersi su una sedia posta appena all'interno del bagno, chiudere la carrozzina per farla passare! Quando è grave, si è in presenza della vasca da bagno, oppure una doccia con un seggiolino a treppiedi non adeguato e molto pericoloso in quanto traballante in fase di passaggio dalla carrozzina.

    Quanto appena elencato erano i casi più eclattanti che si possono trovare, evito di andare avanti con altre problematiche... Ad agosto cercando un hotel adeguato alle nostre esigenze in Germania tramite una nota compagnia leader nel mondo nel settore delle prenotazioni online, grazie al supporto di una loro operatrice abbiamo scoperto che tre hotel su cinque interpellati, sebbene avessi fatto una ricerca online flaggando i parametri di cui necessitavamo, risultavano inadatti! Non oso pensare che disagi avremmo vissuto se avessimo pernottato in una di queste tre strutture.

    Non è difficile con un po' di buona volontà fare della ricerca e capire quali son i punti cruciali da sistemare eventualmente. Questo, se non si vuole spendere interpellando un tecnico affidabile. A tergo riporto il link al sito delle Iene e precisamente al servizio che riguarda proprio gli hotel che si spacciano per accessibili, 5 disabili in carrozzina li testano...